ITINERARI IN BICICLETTA


Valvarrone Classica

- Difficoltà: media
Tipo: strada - Km 40 - Dislivello 1010 m - Pendenza max 10%
Un itinerario circolare che sale dalla Valvarrone e scende lungo la Valsassina, che richiede un certo impegno ma che gratifica con panorami di rara bellezza nei tratti più selvaggi di queste valli.
Salendo dal municipio di Dervio, in fondo alla strada si gira a sinistra e poi subito a destra seguendo l'indicazione per Tremenico.
La Valvarrone è la parte più aspra e suggestiva della sponda orientale del Lario. Il monte Legnone, che la divide dalla Valtellina, costituisce la cima più elevata del territorio lecchese, ma nonostante questo la valle conobbe un precoce insediamento umano, dovuto alle lavorazioni metallurgiche.
Lungo la SP67 della Valvarrone si incontra per prima la frazione derviese di Castello, un bel nucleo di case dominate dalla torre del Castello di Orezia, già citata nell'anno 1039. Si attraversano poi i ridenti paesini di Vestreno (m. 587), Introzzo (m. 704), Tremenico (m. 754), con la miniera ancora funzionante e ben visibile in fondo alla gola del Varrone, e la vicina frazione Aveno (m. 765) con un interessante nucleo di case rurali ben conservate. In molti punti della salita si può godere una stupenda vista sull'alto lago di Como nel quale si staglia la penisola derviese creata con lavoro di secoli dal fiume Varrone. Un tratto di strada che si snoda tra i boschi ci porta a Pagnona (m. 811) e poi fino al bivio per Premana dove terminano i 18 km di salita.
Per visitare il paese di Premana (famoso in tutto il mondo per il suo artigianato, soprattutto lame e coltelleria) bisogna effettuare una deviazione a sinistra che richiede meno di 1 Km in salita (arrivo a m. 951).
L'itinerario prosegue invece in discesa per circa 1 km e dopo l'attraversamento dell'ardito ponte "Margherita" sul fiume Varrone si torna a salire verso il Colle di Piazzo (m. 913).
Da questo punto in poi si scende quasi costantemente, attraversando Casargo (m. 804) e Margno (m. 730), e si seguono le indicazioni per Taceno/Bellano.
A Taceno (m. 507) troviamo il bivio per la Valsassina, e seguiamo a sinistra le indicazioni per Bellano.
Ci si trova ad affrontare un tratto di falsopiano in salita che costeggia la profonda e scenografica gola del torrente Pioverna, fino al superamento di alcune brevi gallerie non illuminate.
Da qui in poi si scende decisamente verso Bellano, e superato lo svincolo della Superstrada si affrontano alcuni tornanti fino ad entrare in paese.
All'incrocio della SP 72 si svolta a destra, e dopo aver attraversato il centro di Bellano dopo 4 km si ritorna a Dervio.
Prima di lasciare Bellano possiamo visitare anche l'Orrido (accesso segnalato sulla destra subito dopo il ponte sul fiume), una gola naturale creata dal fiume Pioverna le cui acque, nel corso dei secoli, hanno modellato gigantesche marmitte e suggestive spelonche, con una passerella sospesa che consente al visitatore di ammirare la bellezza di un luogo davvero unico.


Valvarrone e Val Muggiasca

 - Difficoltà: media
Tipo: strada - Km 44,5 - Dislivello 1170 m - Pendenza max 10%
Una variante al primo itinerario, sempre circolare, che prevede la discesa lungo la Val Muggiasca anziché lungo la Valvarrone; la difficoltà è di poco maggiore ma lo sforzo supplementare è ben ripagato dal paesaggio che si incontra.
Questo itinerario è una variante al n° 1. Richiede un modesto incremento in termini chilometrici e circa 200 metri di dislivello in più.
Salendo dal municipio di Dervio, in fondo alla strada si gira a sinistra e poi subito a destra seguendo l'indicazione per Tremenico.
La Valvarrone è la parte più aspra e suggestiva della sponda orientale del Lario. Il monte Legnone, che la divide dalla Valtellina, costituisce la cima più elevata del territorio lecchese, ma nonostante questo la valle conobbe un precoce insediamento umano, dovuto alle lavorazioni metallurgiche.
Lungo la SP67 della Valvarrone si incontra dapprima la frazione derviese di Castello, un bel nucleo di case dominate dalla torre del Castello di Orezia, già citata nell'anno 1039. Si attraversano poi i ridenti paesini di Vestreno (m. 587), Introzzo (m. 704), Tremenico (m. 754), con la miniera ancora funzionante e ben visibile in fondo alla gola del Varrone, e la vicina frazione di Aveno (m. 765) con un interessante nucleo di case rurali ben conservate. In molti punti della salita si può godere una stupenda vista sull'alto lago di Como nel quale si staglia la penisola derviese creata con lavoro di secoli dal fiume Varrone. Un tratto di strada che si snoda tra i boschi ci porta a Pagnona (m. 811) e poi fino al bivio per Premana dove terminano i 18 km di salita.
Per visitare il paese di Premana (famoso in tutto il mondo per il suo artigianato, soprattutto lame e coltelleria) bisogna effettuare una deviazione a sinistra che richiede meno di 1 Km in salita (arrivo a m. 951).
L'itinerario prosegue invece in discesa per ca. 1 km e dopo l'attraversamento dell'ardito ponte "Margherita" sul fiume Varrone si torna a salire verso il Colle di Piazzo (m. 913).
Da adesso si scende quasi costantemente, attraversando Casargo (m. 804) e la frazione Codesino.
Se qui valutate di avere conservato un po' di energie potete optare per questa deviazione seguendo l'indicazione per Narro e Vendrogno.
Si segue in salita per circa 3 km la SP 66 e, senza possibilità di errore, si attraversano Indovero, Narro, Mornico, Sanico, Mosnico, fino a scendere decisamente verso Vendrogno e Bellano.
Al termine della discesa ci troviamo ad incrociare la SP 72 appena fuori dall'abitato di Bellano, che lasciamo sulla sinistra.
Per tornare a Dervio si svolta a destra e si percorre la strada provinciale sul lungolago per meno di 4 km.


Val Muggiasca

 - Difficoltà: media
Tipo: strada - Km 37,5 - Dislivello 800 m - Pendenza max 9%Un itinerario circolare che sale per la Val Muggiasca e scende lungo il tratto finale della Valsassina, con un percorso molto vario e divertente, interessante anche dal punto di vista paesaggistico.Da Dervio si percorre la SP 72 lungo il lago in direzione Bellano per circa 4 km.
Prima di entrare nel centro di Bellano troviamo la SP 66 che sale sulla sinistra con indicazioni per Vendrogno e poi per Narro.
Seguiamo questa strada che si alza con pendenza regolare per circa 7 km, fino a Vendrogno (m. 731), dove la pendenza si addolcisce per 1 km. Risale poi decisamente fino al km 10,5 e dopo l'indicazione per Noceno inizia a presentare alcuni vallonamenti, fino a raggiungere Narro (m. 988).
Si procede poi in discesa dopo circa 20 km dalla partenza, passando per Codesino (m. 782), Margno (m. 730), Taceno (m. 507) e prima dell'ardito ponte di Tartavalle (m. 419) troviamo l'incrocio verso Bellano (attenzione a non seguire le indicazioni per Lecco che porterebbero a percorrere l'altopiano della Valsassina).
Costeggiamo la scenografica e profonda gola del torrente Pioverna con un tratto in leggera ascesa per circa 3 km, superando anche alcune brevi gallerie non illuminate e oltrepassando anche lo svincolo della SS36.
A Bellano si incrocia ancora la SP72 del lago e si svolta a destra e dopo aver attraversato il centro del paese in ca. 4 Km siamo di rientro a Dervio.
Prima di lasciare Bellano possiamo visitare anche l'Orrido (accesso segnalato sulla destra subito dopo il ponte sul fiume), una gola naturale creata dal fiume Pioverna le cui acque, nel corso dei secoli, hanno modellato gigantesche marmitte e suggestive spelonche, con una passerella sospesa che consente al visitatore di ammirare la bellezza di un luogo davvero unico.


Sommafiume

- Difficoltà: media
Tipo: strada/MTB - Km 29 - Dislivello 900 m - Pendenza max 11%
Un percorso impegnativo che permette anche diverse varianti e che nel tratto finale si snoda tra bellissimi boschi di larici.
Si parte da Dervio lungo la provinciale per la Valvarrone, la parte più aspra e suggestiva della sponda orientale del Lario. Il monte Legnone, che la divide dalla Valtellina, costituisce la cima più elevata del territorio lecchese, ma nonostante questo la valle conobbe un precoce insediamento umano, dovuto alle lavorazioni metallurgiche.
Salendo dal Municipio, si gira prima a sinistra e poi subito a destra: dopo aver superato la frazione di Castello, un bel nucleo di case dominate dalla torre del Castello di Orezia (già citata nell'anno 1039), si continua in direzione Vestreno (m. 587) e dopo 6 km, raggiunto il bivio per Sueglio, si svolta a sinistra.
Per chi volesse diminuire il dislivello è possibile arrivare al bivio di Sueglio in auto ed iniziare la salita da qui, dove ripasseremo al rientro.
Si supera sulla sinistra l'abitato di Sueglio (m. 775) e per circa 4 km la strada asfaltata sale con pendenze tra il 7 ed il 10%.
Si oltrepassano i nuclei rurali di Loco Toco (m. 926) e di Lete (m. 1144), proseguendo su asfalto fino a Sommafiume (m. 1097), un tempo alpeggi molto frequentati ed oggi trasformati in luoghi di villeggiatura estiva. Stupenda la vista che si può godere all'arrivo, che abbraccia i primi contrafforti di Valtellina e Valchiavenna, il lago di Mezzola, il Pian di Spagna con la foce dell'Adda, e il laghetto di Piona.
Il ritorno avviene dalla stessa strada dell'andata. Una piccola deviazione ad un km. circa da Sommafiume permette di portarsi con un'ulteriore breve salita verso i Roccoli d'Artesso (m. 1209), con l'ultimo tratto sterrato, dove nella conca attorno al bel laghetto, ai piedi del rifugio Bellano, c'è una fresca fontana ed è possibile una sosta per consumare uno spuntino sui tavoli ben ombreggiati dai larici.
Lungo i numerosi sentieri che passano in questa zona, tutti ben segnalati, si possono compiere anche interessanti escursioni a piedi, come quella sul tratto della Dorsale Orobica Lecchese (DOL) che porta ad incontrare alcune costruzioni della linea di difesa "Cadorna", realizzate durante la prima guerra mondiale e tuttora ben conservate.
Se pedalate su una mountain bike é possibile percorrere una variante di ritorno anche dallo sterrato (posto su tornante a sinistra salendo e segnalato da un cartello cicloturistico) che da Loco Toco conduce al ristorante Capriolo, e da lì in discesa verso Tremenico e quindi verso Dervio. E' anche possibile con un po' di cautela affrontare questo tratto con una bici da strada.


Madonna di Bondo

 - Difficoltà: media
Tipo: MTB - Km 25 - Dislivello 600 m - Pendenza max 20%
Un itinerario circolare, molto vario ma solo per mountain bike, impegnativo soprattutto per alcuni tratti di ripida salita, anche se ombreggiati dal bosco, e con scorci paesaggistici di assoluta bellezza.
Da Dervio ci dirigiamo sulla SP 72 percorrendo la sponda del lago di Como verso Colico. Con una lieve salita arriviamo a Corenno Plinio, bellissima frazione di Dervio che ha conservato la struttura medioevale. Notevole il castello recinto (X sec.), la chiesa dedicata a S. Tommaso di Canterbury (XII sec.) con addossati i grandi monumenti funebri (XIV sec.) sulla piazza con il caratteristico acciottolato. Da visitare anche il borgo, addossato ad uno sperone roccioso, con le ripide "scalotte" che si tuffano verso il lago con i gradini scolpiti nella pietra.
Una seconda lieve salita ci porta fino al bivio per Olgiasca e l'abbazia di Piona (meta dell'itinerario n° 6), ma noi continuiamo lungo la discesa che costeggia il bel laghetto di Piona e dopo 7 km dalla partenza lasciamo la SP 72 per seguire a destra l'indicazione (posta alle nostre spalle) per Laghetto (frazione di Colico) sotto il ponte della ferrovia.
Dopo il sottopassaggio della SS36, per non perderci nelle varie stradine basta prendere ad ogni incrocio la strada più larga (a parità di larghezza, quella che sale), con una bella vista sul lago. L'ultima svolta a destra ci immette in una bella salita in faccia al massiccio del Legnone fino alla località Posallo (m. 427), da cui parte una salita lastricata in cemento con alcuni tratti anche abbastanza ripidi, che fa parte del Sentiero del Viandante, un percorso escursionistico di oltre 40 km. che costeggia la sponda orientale del lago da Abbadia Lariana fin oltre Colico.
Dopo 3 tornanti ignoriamo la deviazione chiusa da una sbarra (il vecchio percorso della strada colpito da una frana) e continuiamo passando dal nuovo percorso appena più in alto (m. 535), con i primi brevi tratti sterrati. Dopo alcuni saliscendi arriviamo al bivio per Sparesee - Vezzée (m. 605) e prendiamo a sinistra, abbandonando così il Sentiero del Viandante, e al secondo incrocio per Vezzée - Bedoledo - M.Piazzo - Rainelda (m. 645) teniamo la destra. Dopo un falsopiano sterrato e alcuni tratti in salita senza mai lasciare la carrareccia principale la vista è gratificata dai primi scorci sull'incantevole paesaggio del lago. Dopo aver incrociato alcune cascine, le ultime due micidiali salite, quasi sempre su sterrato con ampia carreggiata che offre stupende viste sul lago, ci portano fino alla chiesetta della Madonna di Bondo (m. 745), isolata nel verde, recentemente restaurata e con una fresca fontana sulla sinistra. Ponendo attenzione ad alcuni tratti in discesa un po' sconnessi, si arriva ad un bacino dell'Enel (m. 660) da cui riprende la strada asfaltata che conduce a Vestreno (m. 587) e da lì, lungo la Provinciale 67 della Valvarrone, con una veloce discesa fino a Dervio.


Abbazia di Piona

 - Difficoltà: facile
Tipo: strada/MTB - Km 16 - Dislivello 200 m - Pendenza max 10%
Un percorso breve, con un'unica salita ed un tratto in acciottolato che consiglia l'uso della mountain bike, ma che si può fare con cautela anche con la bici da strada. Le mete lungo il percorso sono comunque tra i posti più belli del lago di Como.Da Dervio ci dirigiamo sulla SP72 costeggiando il lago alla nostra sinistra in direzione Colico. Con una leggera salita arriviamo a Corenno Plinio, bellissima frazione di Dervio che ha conservato l'inconfondibile struttura medioevale. Notevole il castello recinto (X sec.), la chiesa dedicata a S. Tommaso di Canterbury (XII sec.) con addossati i grandi monumenti funebri (XIV sec.) sulla piazza con il caratteristico acciottolato. Affascinante anche il borgo, addossato ad uno sperone roccioso, con le ripide "scalotte" che si tuffano verso il lago con i gradini scolpiti nella pietra, e che merita davvero una visita.
Dopo aver superato Dorio, al termine della seconda lieve salita al km 5 ca. prendiamo il bivio a sinistra per Olgiasca. Dopo una risalita breve e piuttosto ripida attraversiamo il paesino (m. 310) e tenendo la sinistra iniziamo a scendere su asfalto che dopo poche centinaia di metri diventa acciottolato, che troviamo in discesa fino a raggiungere la nostra meta (m. 216). Il percorso è davvero suggestivo e si snoda tra l'azzurro intenso del lago ed il verde del bosco, punteggiato solo da un paio di costruzioni, ed è facile, soprattutto nei giorni feriali, percorrerlo senza incrociare nessuno. Il ritorno si svolge sulla stessa strada dall'andata.
L'Abbazia di Piona sorge sulla piccola penisola che divide il lago di Como dall'insenatura che prende il nome di Laghetto di Piona. Il complesso monastico, di origine cluniacense, fu edificato a partire dall'XI secolo. Qui sorgeva già un piccolo sacello del VII secolo, i cui resti sono visibili dietro l'abside della chiesa. L'Abbazia è dedicata a S. Maria e a S. Nicola, e risulta edificata in più fasi anche se la consacrazione avvenne nel 1138. La costruzione è in pietra locale con una facciata del tipo "a capanna", e si sviluppa in un'unica aula con soffitto a capriate. All'interno della chiesa sono conservati interessanti affreschi del XII secolo. Dalla chiesa si può accedere direttamente all'area del convento, ed al bel chiostro duecentesco che si sviluppa con una teoria di colonnine dai capitelli decorati. Sulle pareti del chiostro si trovano alcuni affreschi datati tra il XII e il XIII secolo, tra cui un interessante ciclo dei mesi con immagini di santi ed episodi di vita contadina legati ai mesi dell'anno.
Per la sua importanza religiosa, per i tesori artistici e la posizione isolata al termine di una scenografica strada acciottolata con stupende viste sul lago, l'Abbazia di Piona rappresenta una delle attrattive del territorio non solo lariano. Tra le curiosità il punto vendita di prodotti erboristici e dei poderosi alcolici distillati dai frati Cistercensi.


Monte Legnoncino e Roccoli Lorla

 - Difficoltà: difficile
Tipo: MTB - Km 39 - Dislivello 1500 m - Pendenza max 18%
L'itinerario con il dislivello più impegnativo, anche se, volendo, possiamo risparmiarci la prima parte di salita o l'ascesa finale (solo per MTB). Consigliamo però di percorrerlo tutto, e regalarsi l'emozione del panorama che si gode dalla vetta.Questo itinerario può essere percorso in senso orario oppure antiorario. Procedendo in senso antiorario è possibile arrivare al Rifugio Roccoli Lorla anche con la bici da strada, suggeriamo però di premunirsi di una rapportatura "abbondante" (es. 39/28) per affrontare gli ultimi 3 km che presentano picchi di pendenza attorno al 15%.
Il percorso che proponiamo per MTB ci permette invece di raggiungere la vetta del Monte Legnoncino pedalando ininterrottamente fino agli ultimi 200 metri di strada.
Si parte da Dervio lungo la provinciale per la Valvarrone superando dapprima la frazione di Castello, un bel nucleo di case dominate dalla torre del Castello di Orezia, quindi il paese di Vestreno (m. 587) e dopo 6 km, raggiunto il bivio per Sueglio, si svolta a sinistra (troviamo già indicazioni per il rifugio Roccoli Lorla).
Per chi volesse diminuire il dislivello di questo impegnativo itinerario suggeriamo di arrivare al bivio di Sueglio in auto ed iniziare la salita da qui, dove ripasseremo al rientro.
Si supera sulla sinistra l'abitato di Sueglio (m. 775) e per ca. 4 km la strada asfaltata sale con pendenze tra il 7 ed il 10%.
Dopo circa un km dal nucleo rurale di Loco Toco (m. 926), all'esterno di un tornante a sinistra si dirama un'ampia strada sterrata che in 2 km ci porta ad incrociare la strada asfaltata che ci condurrà alla nostra meta (all'angolo il ristorante "Capriolo", m. 1108).
Affrontiamo altri 3 km di asfalto molto ripido oltrepassando il nucleo di Lavadée (m. 1306) fino ai piedi del rifugio Roccoli Lorla (m. 1468). Dall'ultima curva prima di raggiungere il parcheggio delle auto, in una conca che ospita anche un piccolo laghetto, inizia sulla sinistra uno sterrato tecnicamente facile ma con pendenze ancora ragguardevoli tra il 10 ed il 12%, ombreggiato quasi tutto il giorno da un fitto bosco di larici. Al termine del tratto pedalabile c'è la chiesetta di S. Sfirio (m. 1700) e da lì possiamo "abbandonare" momentaneamente la bici e procedere a piedi: in pochi minuti ci troviamo sulla vetta del Monte Legnoncino che dall'alto dei suoi 1714 metri ci offre un'eccezionale visuale a 360° tra lago e monti. La vista abbraccia i primi contrafforti di Valtellina e Valchiavenna, il lago di Mezzola, il Pian di Spagna con la foce dell'Adda, il laghetto di Piona e buona parte del lago di Como; nelle giornate di cielo terso si arriva a vedere perfino il Monte Rosa.
Il ritorno è sulla stessa strada fino all'incrocio del Ristorante Capriolo, dove suggeriamo una variante che prosegue a sinistra su asfalto per attraversare il paese di Tremenico, per poi reimmetterci sulla SP 67 dove incroceremo ancora (questa volta sulla destra) il bivio di Sueglio e in continua discesa arriveremo a Dervio.


Ciclabile dell'Adda

 - Difficoltà: facile
Tipo: strada/MTB - Km 30+ - Dislivello 100 m - Pendenza max 3%
Un percorso quasi completamente pianeggiante, che abbandona subito la SP72 per addentrarsi lungo stradine tra i campi molto più rilassanti e sicure, a cavallo tra tre province (Lecco, Sondrio e Como), fino alla bella pista ciclabile lungo l'Adda.

Da Dervio ci dirigiamo sulla SP72 costeggiando il lago alla nostra sinistra verso Colico.
Con una leggera salita arriviamo a Corenno Plinio, la frazione di Dervio dall'inconfondibile struttura medioevale. Notevole il castello recinto (X sec.), la chiesa dedicata a S. Tommaso di Canterbury (XII sec.) e i grandi monumenti funebri (XIV sec.) sulla piazza con il caratteristico acciottolato. Affascinante anche il borgo, addossato ad uno sperone roccioso, con le ripide "scalotte" che si tuffano verso il lago con i gradini scolpiti nella pietra, e che merita davvero una visita.
Superato il paese di Dorio e la leggera salita della "Garavina", al termine della lunga discesa proseguiamo sul vecchio tracciato della strada prendendo a sinistra al primo incrocio.
In fondo svoltiamo a sinistra e dopo circa 100 metri prendiamo la prima a destra (via dei Ciacc) senza mai lasciare la stradina asfaltata che attraversa i campi coltivati. Alla fine giriamo a sinistra verso il lago e raggiunto il Lido svoltiamo a destra attraversando il lungolago di Colico, la piazza e un tratto in pavé fino all'incrocio del parco giochi. Qui si prosegue tenendo la destra verso Nord in via alle Torrette (con un tratto di pista ciclabile); all'incrocio seguiamo l'indicazione per Sondrio svoltando a sinistra e superando il cavalcavia della ferrovia (unico strappo del percorso!). Seguendo i cartelli in loco si possono visitare anche il Forte dei Montecchi e il Forte di Fuentes, ricchi di storia.
Attraversiamo invece la SP72 e tra le strade dall'altra parte prendiamo la via al Boscone (la più a sinistra delle due), proseguendo sempre verso nord lungo via alla chiesa e via Stradeta con un piacevole percorso tra i campi. Si gira poi a sinistra in via Strada Granda, quindi ancora a destra sottopassando il cavalcavia della SS36 e costeggiando un laghetto di pesca sportiva prima di entrare in comune di Piantedo (SO). Si arriva così ad un incrocio con la SS38, si attraversa con molta attenzione e ci si immette tra campi coltivati in via S. Martino, superando il passaggio a livello, aggirando un depuratore e girando a sinistra dopo il ponticello su un canale, che costeggiamo sull'alzaia asfaltata. All'incrocio finale giriamo a destra entrando nella frazione agricola di S. Agata, in comune di Gera Lario (CO), e continuiamo fino a superare il sottopasso della SS36. Qui giriamo a destra lungo una lieve salita che ci porta fino ad attraversare (con molta attenzione) l'uscita della SS36, ma dopo pochi metri possiamo lasciarla svoltando a destra appena prima del ponte sull'Adda. Inizia qui la pista ciclabile lungo l'Adda, che offre stupendi scorci sul fiume. Completamente pianeggiante, possiamo percorrerla anche fino a Morbegno senza possibilità di perderci. Consigliamo di effettuare il ritorno lungo lo stesso percorso per evitare le strade trafficate.

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